Con il mese di aprile, arriva alla sua conclusione la serie di presentazioni curate da Domenico Pitacco, che ha condiviso la sua storia illustrata della città di Trieste in cinque puntate, dall’epoca romana fino al momento del suo massimo splendore, che è coinciso con la Belle Epoque prima della grande Guerra. Scopo di questi incontri non è solo fare conoscere le alterne vicissitudini della Trieste del passato, ma anche meditare sulle radici della società in cui viviamo, per trovare assieme quella particolare porta che deve essere aperta perché il vangelo del regno di Dio arrivi al suo cuore.
Nel mese di marzo – con il proposito di replicare l’incontro appena possibile – abbiamo anche affrontato un argomento più quotidiano e universale: il rapporto tra genitori e figli. Più precisamente, come trasmettere ai nostri figli quel “deposito di amore” che permetterà loro di non preoccuparsi troppo di sè quando saranno grandi. L’ incontro, a cura di Fabiana Lando, si intitola “I cinque linguaggi dell’amore dei bambini”: una rivisitazione in chiave pedagogica di un classico della psicologia cristiana contemporanea The Five Languages of love, scritto nel 1995 da Gary Chapman. L’idea originaria di Chapman – che tuttora dirige un servizio di consulenza matrimoniale e relazionale – è che è necessario trovare il canale giusto per esprimere il nostro amore verso il prossimo. Nel caso dei bambini, il problema è riconoscere in quale modo il nostro affetto di genitori (o di nonni, o di zii) possa essere percepito dai figli come espressione del vero amore, “che non cerca il proprio interesse” (1Corinzi 13;5).
Procede (con una replica in calendario alle ore 18 di sabato 18 aprile) la serie curata da Ettore Panizon sulle corrispondenze tra Sacre Scritture e scoperte scientifiche. Dopo aver trattato delle strutture a grande scala dell’Universo e dei grandi cambiamenti di quel cielo che i filosofi credevano fisso, in questo ultimo incontro l’attenzione si concentra sugli strati che avvolgono il centro della Terra come una grande cipolla. Il titolo dell’incontro avrebbe anche potuto essere “La grande trottola” perché la Terra gira attorno al Sole e attorno a se stessa proprio come una trottola. Il titolo “La grande centrifuga” richiama il fatto che, come in una provetta uscita dalla centrifuga, gli strati che formano l’atmosfera e il globo terracqueo si separano per il loro diverso peso dalle più più etereee sfere dell’atmosfera, fino alle nuvole, alla sabbia, al mare, agli strati della crosta e del mantello su cui galleggiano le placche, fino alle inesplorate e insondabili profondità della Terra. I fenomeni che si producono nell’interfaccia tra questi strati rilevano di quella complessità che è entrata a pieno titolo a far parte dell’attuale paradigma scientientifico, e che si riscontra quando gli effetti di un certo processo si ripercuotono sulle loro stesse cause, come accade tipicamnete, ma non solo in meteorologia. “Dal sud viene l’uragano, il freddo viene dal nord. Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e si indurisce la distesa delle acque. Egli carica pure le nubi di umidità, disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi ed esse, da lui guidate, vagano nei loro giri per eseguire i suoi comandi sopra la faccia di tutta la terra; e le manda come flagello, oppure come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà. Porgi l’orecchio a questo, Giobbe; férmati e considera le meraviglie di Dio! Sai tu come Dio le diriga e faccia guizzare il lampo dalle sue nubi? Conosci tu l’equilibrio delle nuvole, le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta?…” (Giobbe, 37:9-16).
Per coloro che devono parlare in pubblico o che vogliono comunque perfezionare la loro capacità di comunicare oralmente, con venerdì 6 marzo è iniziato un “Corso di dizione”, tenuto dall’attrice Nadia Pecchiar. Per informazioni rivolgersi a iltesoronascosto.ts@gmail.com